La morte di Mario Fratti è una brutta notizia (anche se ormai attesa) per tanti italiani a New York. In questa pagina non vogliamo ricordarlo tanto per il suo talento di drammaturgo, ampiamente riconosciuto (basta cercare sui motori di ricerca per saperne di più); ma per i suoi messaggi politici esternati sia nel suo lavoro artistico quanto all’interno del nostro circolo del Partito Democratico di cui è stato iscritto per molti anni e attivamente partecipe fino al 2016 quando aveva 89 anni.
Ho dei bellissimi ricordi di lui in qualche riunione del circolo o di alcune conversazioni private che ho avuto la fortuna di intrattenere con lui. Calcava sempre l’accento su un tema a lui caro e questa frase – contenuta nella sua ultimissima e-mail spedita al circolo del PD il 22 giugno 2016 – lo rappresenta benissimo: “Cari compagni, sono sempre con voi con il PD anche se non vengo alle riunioni perché sono occupatissimo a teatro ogni sera. Viva l’UNITÀ. Rimaniamo sempre uniti. Non amo scissioni. Fraternamente, Mario Fratti”. Forse esagerando diceva sempre che bisognava ubbidire al capo, chiunque fosse; perché così gli fu insegnato nella guerra partigiana, di cui fu testimone anche se non partecipe. Diceva queste cose con forza ma io lo ascoltavo quasi con tenerezza. Della guerra di liberazione dal nazifascismo si occupò per un lungo periodo nei suoi racconti. Il suo astio nei confronti del fascismo era lampante e ripeteva il suo disappunto nei confronti del trasformismo a cui lui assistette nel primo dopoguerra quando, con molta disinvoltura, chi aveva responsabilità nel regime le conservò sotto il nuovo corso (democristiano).
Ho perso l’ultimo testimone vivente di quel periodo. Ora sta a noi continuare a trasmettere quei messaggi di libertà e democrazia.
Enrico Zanon, Segretario di Circolo
Alcuni link: