Èarrivata finalmente l’estate e, come sempre, l’industria musicale italiana propone al suo pubblico il classico tormentone estivo. Per questo 2023 la classifica sembra essere guidata dalla canzone “Disco Paradise” di Fedez (a cui si attribuisce il testo), Annalisa e Articolo 31.

E’ una canzonetta molto piacevole, canticchiabile e ballabile, che dà quella spensieratezza di cui c’è tanto bisogno, soprattutto d’estate e durante le vacanze. Ma è anche una critica alla società contemporanea, che si focalizza sull’eccesso, ed è una critica a quella spasmodica ricerca del successo (“Il miliardario c’ha la barca ma anche quattro bypass”) e alla superficialità (“La mia gente non sa chi è Neruda”). Non si può non notare l’ansia per il futuro (“Se penso al mio futuro vado in panico – L’ansia va su e giù tipo yo-yo”) e la nostalgia per il passato (“Alza il finestrino che stoniamo Battisti – Mi ritorni in mente”).

Però, come italiani all’estero, impegnati in politica e per un’Italia migliore, cogliamo con amarezza il ritornello che dice:

“come tutti gli italiani all’estero

L’anno prossimo non voterò”.

Stupisce che un trio di tale talento cada in una tale falsità e butti in modo così banale il tema del voto degli italiani all’estero e della loro rappresentatività politica. Gli iscritti all’AIRE, al 19 maggio 2023, erano 6.026.112, il 9,2% della popolazione italiana. Alle elezioni politiche dello scorso settembre, gli elettori erano 4.743.980. I votanti erano 1.250.481, pari al 26,4%. È chiaro che l’affluenza al voto per gli italiani all’estero è molto bassa e in diminuzione (come è in diminuzione anche sul territorio nazionale). Ma il ritornello di questa canzone offende quel 1.250.000. Sarebbe stata apprezzata da parte di Fedez un po’ più di attenzione per un tema così sensibile che tocca nell’intimo così tanti italiani al mondo: come interpretare il nostro sentirsi italiani così distanti da casa e dagli affetti.

Enrico Zanon, Segretario di Circolo del PD di New York

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